Nel percorso della genitorialità, pochi momenti sono tanto intensi quanto quelli nei quali ci si prende il tempo e lo spazio per stare con i propri figli. Per i genitori lavoratori, in Italia esiste un diritto fondamentale che consente di conciliare vita professionale e cura familiare: l’INPS – il principale ente previdenziale del nostro Paese – riconosce infatti il diritto al congedo parentale. In questo articolo, pensato per essere chiaro, informativo e al tempo stesso emozionale, scopriremo cosa significa questo diritto, a chi spetta, come richiederlo e perché rappresenta un investimento di valore nella vita delle famiglie.
Cos’è il congedo parentale INPS
Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori – madre o padre, naturali, adottivi o affidatari – con l’obiettivo di permettere la cura, il sostegno affettivo e relazionale del figlio nei primi anni di vita.
In altre parole: non si tratta del congedo obbligatorio di maternità o paternità (che hanno funzioni e durate specifiche), bensì di uno strumento che il genitore può usare in modo più flessibile per dedicarsi al proprio bambino.
A chi spetta
Possono richiedere – in generale – il congedo parentale i lavoratori dipendenti (privati e pubblici) in costanza di rapporto di lavoro, i marittimi iscritti all’ex IPSEMA, in alcuni casi i lavoratori autonomi oppure iscritti alla Gestione Separata dell’INPS, e i genitori adottivi o affidatari entro certi limiti di età del figlio e di tempo dall’ingresso nel nucleo familiare.
Ad esempio: per i lavoratori dipendenti la normativa prevede che il congedo venga fruito entro i primi 12 anni di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione/affidamento) per un periodo complessivo tra i genitori non superiore a 10 mesi, elevabile a 11 se il padre lavora e si astiene per almeno 3 mesi.
Durata e modalità di fruizione
Ecco alcuni punti chiave:
- Il congedo parentale per i lavoratori dipendenti spetta, in totale tra i due genitori, per fino a 10 mesi, elevabili a 11 mesi se il padre lavora e fruisce di almeno tre mesi.
- La madre può utilizzare fino a 6 mesi (continuativi o frazionati), il padre fino a 6 mesi (o 7).
- È possibile fruire del congedo anche in modalità oraria anziché solo giornaliera o a tempo pieno, in modo da adattarsi alle esigenze familiari e lavorative.
- Per le ultime riforme, in particolare la Legge di Bilancio 2025, ci sono novità importanti: ad esempio, fino a 3 mensilità del congedo possono essere indennizzate all’80% della retribuzione, se rispettate determinate condizioni.
Quanto si percepisce (indennità)
Uno degli aspetti più pratici e rilevanti: quanto viene retribuito il congedo parentale?
- Tradizionalmente, l’indennità era pari al 30% della retribuzione media giornaliera per i periodi indennizzabili.
- Con le novità del 2025, per alcune mensilità (max 3) è prevista un’indennità all’80% della retribuzione, a patto che ne siano rispettate i requisiti (ad esempio nell’arco temporale entro i 6 anni del figlio, ecc.).
- Le restanti mensilità, dopo quelle “potenziate”, sono retribuite con percentuale più bassa (ad esempio 30%).
In sostanza: una grande opportunità per i genitori lavoratori, perché significa meno preoccupazioni dal punto di vista economico proprio in un momento in cui maggiore è la presenza del genitore in casa.
Perché è così importante
Nel corso della vita, quei primi anni nei quali ci si crea legami, sicurezza, affetto, routine, sono fondamentali per lo sviluppo del bambino. Ma sono anche anni in cui i genitori spesso si sentono divisi tra carriera e cura. Il congedo parentale dell’INPS rappresenta un ponte tra queste due esigenze, ecco perché:
- Offre il diritto concreto di esserci per il proprio figlio senza dover rinunciare al lavoro o trovarsi in difficoltà economica.
- Favorisce un bilanciamento più equo tra carriera e famiglia, sia per la madre che per il padre.
- Rappresenta uno strumento concreto di conciliazione vita-lavoro, che può anche migliorare il clima aziendale, la soddisfazione del lavoratore e, più ampiamente, la qualità della vita della famiglia.
- Permette di vivere momenti che non tornano: le prime scoperte del bambino, i primi passi, i primi “perché?”, l’emozione delle giornate condivise. Il diritto al tempo per la famiglia è un investimento che ripaga.
Come presentare la domanda
Ecco la procedura tipica per richiedere il congedo parentale:
- Verificare il rapporto di lavoro (dipendente, autonomo, Gestione Separata) e che il rapporto sia in corso.
- Accedere al portale INPS tramite credenziali (SPID, CIE, CNS) o rivolgersi al patronato di riferimento.
- Compilare la domanda selezionando la prestazione “Indennità di congedo parentale” o la modalità oraria se applicabile.
- Indicare correttamente il periodo di fruizione, la modalità (a giorni o ad ore), il datore di lavoro, il figlio/alunno per il quale si richiede il beneficio e allegare eventuali documenti richiesti (certificato di nascita o atto di adozione/affidamento).
- Presentare la domanda con un certo anticipo rispetto all’inizio del periodo di congedo (l’INPS consiglia, nelle istruzioni, di presentare almeno 15 giorni prima).
- Attendere l’esito: l’INPS valuta la domanda e, se accolta, dà diritto all’indennità.
Novità e attenzione al 2025
In questo anno sono emerse alcune novità particolarmente rilevanti da conoscere:
- La Legge di Bilancio 2025 ha esteso la maggiorazione dell’indennità all’80% per tre mensilità.
- È importante che il genitore fruisca del congedo entro l’arco temporale previsto (ad esempio entro i 6 anni del figlio per alcune condizioni) affinché le mensilità all’80% siano riconosciute.
- Le regole di decorrenza, fruizione contemporanea dei genitori, modalità oraria, sono rese più flessibili per rispondere alle reali esigenze delle famiglie.
- È fondamentale tenere conto delle condizioni contrattuali, del settore di appartenenza (pubblico/privato), del reddito e di eventuali vincoli contributivi o temporali.
Alcuni errori da evitare e consigli pratici
- Non presentare la domanda in ritardo: il termine per la domanda è fondamentale, così come rispettare la fruizione nei tempi previsti.
- Non dimenticare di indicare la modalità oraria se serve: se desideri ridurre l’orario anziché assentarti del tutto, assicurati che il tuo contratto lo consenta e che sia comunicato al datore di lavoro.
- Controllare il calcolo dell’indennità: soprattutto con l’80% per le mensilità potenziate, verifica che il tuo datore di lavoro e l’INPS lo computino correttamente.
- Tenere traccia della fruizione: se il congedo è frazionato (a giorni, a ore) è utile annotare i periodi per evitare superamenti del limite.
- Confrontarsi con l’azienda o i rappresentanti dei lavoratori: la fruizione può dipendere anche dall’organizzazione interna e dal contratto collettivo applicato.
- Valutare con attenzione il periodo migliore: scegliere il momento in cui il congedo è più utile per la famiglia (es. gradevole minor carico lavorativo, educativo del bambino, supporto da parte di familiari) può fare una grande differenza.
Il messaggio che vogliamo dare
Cari genitori e futuri genitori: il congedo parentale dell’INPS non è solo un diritto tecnico. È una scelta di valore. Una scelta che dice: “voglio esserci”. “Voglio condividere momenti”. “Voglio dare al mio bambino la presenza, la cura, la relazione che merita”.
E allo stesso tempo è una scelta professionale responsabile: utilizzare con consapevolezza questo strumento significa prendersi cura della propria vita familiare senza rinunciare al proprio percorso lavorativo. Vuol dire essere genitore e professionista, in equilibrio.
In un mondo dove il tempo è prezioso, scegliere di dedicare parte del proprio tempo al bambino è un gesto di amore che vale per tutta la vita. E l’INPS – attraverso il congedo parentale – mette a disposizione lo strumento per renderlo possibile.
Perché affidare il processo a RW Studio
Nella gestione delle risorse umane, nella pianificazione familiare e nella comunicazione interna all’azienda, è fondamentale che i processi siano chiari, comprensibili e accessibili.
Da RW Studio, il nostro obiettivo è supportare le aziende – e indirettamente le famiglie dei collaboratori – nella gestione consapevole del personale:
- informiamo sulle normative aggiornate (come il congedo parentale) affinché ogni lavoratore conosca i propri diritti;
- aiutiamo a predisporre documentazione, processi e comunicazioni interne per garantirne correttezza e trasparenza;
valorizziamo la cultura aziendale dove la conciliazione vita-lavoro è vista non come costo ma come investimento di benessere per il team e per l’impresa.