Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è una delle forme di recesso dal contratto di lavoro previste dalla normativa italiana. A differenza del licenziamento per motivi soggettivi, che riguarda comportamenti del lavoratore, quello oggettivo si basa su ragioni economiche, organizzative o produttive che rendono impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro.

Vediamo nel dettaglio quando è possibile ricorrere a questa forma di licenziamento, cosa prevede la legge e quali tutele spettano al lavoratore.

Cos’è il licenziamento per giustificato motivo oggettivo

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è regolato dall’articolo 3 della Legge 604/1966. Si tratta di un recesso unilaterale da parte del datore di lavoro che si basa su esigenze aziendali legate a:

  • Riorganizzazione aziendale
  • Calo del fatturato
  • Introduzione di nuove tecnologie
  • Soppressione del posto di lavoro

È quindi legato a motivi economici o organizzativi, non a comportamenti disciplinari del dipendente.

Quando è legittimo il licenziamento per giustificato motivo oggettivo

Perché il licenziamento sia legittimo, devono sussistere alcune condizioni precise:

  1. Esistenza reale della motivazione: Il datore deve dimostrare che la soppressione del posto di lavoro sia necessaria e non simulata.
  2. Impossibilità di ricollocamento: L’azienda deve provare che non esistono mansioni alternative per il lavoratore.
  3. Rispetto delle procedure: Nelle aziende con più di 15 dipendenti, è obbligatorio attivare una procedura di conciliazione preventiva presso l’Ispettorato del Lavoro.

Quali sono i diritti del lavoratore

In caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, il lavoratore ha diritto a:

  • Preavviso (o indennità sostitutiva)
  • Trattamento di fine rapporto (TFR)
  • Indennità NASpI, se in possesso dei requisiti
  • Possibilità di impugnare il licenziamento se ritenuto illegittimo, entro 60 giorni dalla ricezione

Le recenti sentenze e l’orientamento giurisprudenziale

La giurisprudenza ha stabilito che la motivazione del licenziamento deve essere concreta e non generica. Le sentenze della Cassazione insistono sulla necessità di una reale soppressione del posto e sull’impossibilità di ricollocazione.

In caso contrario, il licenziamento può essere dichiarato illegittimo con conseguente reintegrazione o risarcimento.

Perché affidarsi a un consulente del lavoro

Affrontare un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, sia dal lato aziendale che da quello del lavoratore, richiede conoscenze normative approfondite e un’attenta analisi del contesto aziendale.

Hai bisogno di supporto?

Se sei un’azienda che sta affrontando una riorganizzazione, o un lavoratore che ha ricevuto una lettera di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, non affrontare tutto da solo.

📍 RW Studio, studio specializzato in consulenza del lavoro a Trento e Verona, è al tuo fianco per offrirti assistenza completa, tutelare i tuoi diritti e accompagnarti in ogni fase del processo.

➡️ Contattaci oggi stesso per una consulenza personalizzata.